Massimo, Barattini di cognome ma per me Massimo, lo conosco da cosi tanto che non ricordo.
Ma da fotografi, capita che ci si incontri, o meglio che ci si incontrasse a mostre, magari di qualche altro circolo, una di quelle collettive che una volta erano i paletti delle attività delle associazioni.
Massimo da sempre ha avuto la predilezione per la foto naturalistica, macro, ma di sue foto ne ho viste poche allora, stampe o dia, sempre buone, e che facevano capire il suo piacere di stare a contatto con la natura e con quel rispetto per rappresentarla.
L’amicizia comunque si è rafforzata, vedersi di tanto in tanto e raccontarsi le cose, è stata una consuetudine importante che ci ha reso testimoni della propria vita uno dell’altro.
Poi è venuto il momento del fare, e insieme lui, io e Camillo Ferrari organizzammo per diversi anni un incontro tra circoli liguri in cui si proiettava qualcosa o del gruppo di appartenenza o di singoli autori.
Fu una bella esperienza che fece da ponte tra la foto a pellicola, con le diapositive prima, e il digitale poi.
Quindi tutto si fermò, ma abbiamo nel nostro ricordo la soddisfazione di aver raccolto in una sala tante persone a divertirsi con la fotografia condivisa.
Da qualche anno poi il nostro frequentarci è stato un bel chiacchierare tra amici, ma con il cellulare che mostra le ultime foto, ed ho così osservato una bella crescita, sia perché Massimo si è in qualche modo specializzato senza più disperdere energie su generi fotografici che lo interessano meno, sia perché è comparso un nuovo protagonista, ed è suo figlio Stefano, che ha iniziato a seguire il padre e ad appassionarsi alla foto di natura.
E già che conosco Stefano da quando era un bambino, non posso spiegarvi il piacere che mi ha dato questa notizia, e dell’aver apprezzato le sue capacità .
Invitarli ha avuto doppia valenza: mostrare belle foto di un genere non banale e che richiede notevole capacità tecnica oltre che estetica, avere una descrizione di tutto quello che ruota intorno a questa bella pratica, come le conoscenze biologiche, le strategie di avvicinamento agli animali, e un appassionante racconto di come ogni immagine è stata eseguita; ma non solo, per me il fatto che un figlio segua un padre è un qualcosa di incredibile e non scontato ai tempi d’oggi, la trasmissione della passione, la comunanza tra padre e figlio, il rispetto, l’affetto, la crescita umana di entrambi.. sono cose che ho vissuto per mia infinita fortuna con mio padre, un’esperienza di vita che ti segue tutta la vita.
E poter stare con loro una sera non vi nascondo che mi ha dato grande gioia.
Per fortuna vostra non è stata una scelta egoista, direi che tutti hanno notevolmente apprezzato la serata, abbiamo fatto un viaggio interessantissimo con foto, descrizioni, approfondimenti e di materiale ce n’è così tanto che avremo una prossima serata con loro.
Quindi non solo un Grazie, ma un Arrivederci a presto.