Decisamente luglio si sente, e si sente lo stretto di stare davanti a un computer per vedersi su zoom, e non siamo neppure arrivati a vederci in 10.
Ma che importanza ha? se chi ci ascolta, chi vede le nostre foto apprezza, considera, valuta e condivide il suo pensiero, la riunione ha la stessa valenza dell’essere in molti, ed io come penso chi c’era, abbiamo apprezzato.
Finalmente ho potuto mostrare le foto di un paio di articoli su un mio vecchio numero di Progresso Fotografico, ed esattamente del 1977, con foto e commenti, una prova che volevo fare, un pò perché questi numeri li avevo letteralmente divorati ai tempi, e sono la mia base di formazione culturale fotografica, un pò per un confronto tra allora ed oggi.
Il più interessante è un fotografo credo oramai sconosciuto,Pepe Diniz, che ha fatto ritratti ai personaggi di allora, che fossero fotografi del calibro di Avedon o Brassai, o Doisneau, oppure artisti come Warhol.
Da una parte abbiamo osservato espressioni inedite, ma anche una piccola lezione di come approcciarsi al ritratto, anche nel caso di personaggi di peso.
Se lo cercate, trovate le foto che ho fatto vedere, quindi da allora probabilmente ha fatto poco.
Le foto al Cellulare sono diventate ormai per tutti qualcosa di necessario da praticare, non necessariamente per sostituire la fotocamera, ma come taccuino di appunti, e Rosanna ne sta facendo una scelta consapevole di approccio.
In effetti la sua proposta con foto di Berlino era ben strutturata, con alcune foto veramente pregevoli, con un ottimo BN, ormai facilmente elaborato sul cellulare stesso, nel suo amato formato quadrato, alcune veramente appunti, altre già qualcosa di ben riuscito (vedi una Potsdamer Platz con l’effetto specchio sul pavimento bagnato), un esempio per noi.
Drago invece ha proposto immagini singole, prese ovunque, ma che nulla ma proprio nulla avevano a invidiare a riprese con fotocamera, a partire da quelle in pausa pranzo a street nelle varie città in cui si è trovato per lavoro, o in vacanza. Una foto che ho trovato splendida, la periferia di una città ucraina, con la tipica architettura socialista, auto parcheggiate ed una luce livida di un cielo plumbeo da accapponare la pelle, darei per avere scattato un negativo così da stampare su carta contrastata.
Una serata piacevole, tra amici affiatati dove non sono mancate citazioni colte, battute e cose da imparare.