Sarebbe bello portare questa mostra a Genova.

Più o meno è quello che si sono detti i novelli Bonnie e Clyde del 36º, vale a dire Rosanna e Drago, quando hanno visitato la mostra di un certo Gentile.

E come quel certo Gentile ha detto venerdì giorno di inaugurazione della sua mostra: i sardi hanno una bella testa dura, finché non ottengono quello che vogliono, perseverano; e la sarda in questione è proprio la nostra Rosanna.

Ma di che mostra parliamo, e soprattutto chi è quest’uomo Gentile?

Molti di noi sono stati presenti all’inaugurazione di “Luce e Memoria” , mostra con le foto del periodo nero di Palermo del ’92, e quindi quanto sintetizzo ha solo funzione di riassunto.

Tony Gentile ha  iniziato a fotografare grazie ad un parente, uno zio appassionato di fotografia, e con lui ha appreso i primi rudimenti, tanto poi da impegnare i suoi primi soldi guadagnati lavorando un’estate per comprare la sua prima fotocamera, e da lì usarla sia per fotografare amici, sia per guadagnarsi ancora qualcosa vendendo le foto delle classi scolastiche.

Poi a Palermo negli anni dell’adolescenza già Letizia Battaglia e Franco Zecchin erano diventati figure importanti e impegnate, che usavano la fotografia per denuncia, e sul giovane Tony questi esempi furono un altro fattore di scelta per provare ad intraprendere la strada del fotografo.

Cominciò a collaborare con i giornali e nel giro di qualche tempo aveva raggiunto una posizione che gli consentiva di essere spesso chiamato a coprire vari eventi.

Tra questi uno segnò la sua carriera, e forse la vita, l’aver seguito un incontro tra magistrati in cui tra gli altri erano presenti Falcone e Borsellino, che si erano seduti vicini, scambiandosi anche qualche battuta.

L’occhio del fotografo intuì la possibilità di cogliere qualche immagine di questi protagonisti della lotta alla mafia, che puntualmente accadde, e lui era lì a scattare.

Poi la triste storia la conosciamo: dopo quel 27 marzo 1992, a distanza di 57 giorni  era Falcone, e dopo altri 58 era Borsellino.

Rimaneva quella foto, e quella foto, per uno strano volere del popolo, divenne simbolo.

Le vite degli uomini girano intorno ai simboli, per i simboli si fanno guerre, si accendono odi, si creano solidarietà. L’uomo cerca il simbolo, per avere qualcosa in cui credere e lottare, potendo al limite dare la sua stessa vita. Una cosa strana se ci pensiamo, ma è così, sempre.

E quel simbolo di un’amicizia di due uomini di valore, uniti in un obiettivo comune, ha portato folle a schierarsi, si è mosso un pensiero collettivo, si è incrinato un atavico obbligo all’omertà.

Sono stati versati fiumi di parole su questa icona, e ne sto versando ancora io, ma d’altronde mai un pensiero collettivo ha trovato un simbolo così universalmente condiviso.

Tornando a Rosanna, ha impiegato 2 anni per riuscire nel suo intento, ed il suo sforzo è stato coronato da questa splendida mostra, frutto di un lungo lavoro di cooperazione con lo staff del Ducale, mostra che vale la pena di vedere e di tornare a vedere, per comprendere sempre più cosa sta dietro ogni foto e quale rapporto con le foto adiacenti.

Quindi i nostri complimenti a Rosanna che ci ha creduto e, con il supporto di Marco, ha offerto al pubblico genovese e non solo, l’occasione di ripercorrere un fondamentale momento della nostra storia: chapeau!

Tornando alla vita di Tony, il seguito è una carriera in ascesa, un professionista che ha immortalato eventi, a tutto campo, dallo sport alla cronaca, e sempre con maestria indiscutibile, perché dietro alla sua fotocamera, ha un profondo pensiero, e percorre strade che portano a immagini di grande forza e originalità.

Infatti già abbiamo avuto Tony ospite a Genova per un incontro anni fa, e già allora fu bellissimo dopo l’incontro al ducale, averlo al circolo per chiacchierare con lui in amicizia.

E l’amicizia si è mantenuta, e coltivata, e a distanza di qualche anno qualcuno del nostro circolo lo ha seguito in un workshop nella sua Sicilia, appassionante ed intenso, dove per mia fortuna ho conosciuto anche la grande capacità di Tony di gestire l’aspetto Educational, con una ferrea logistica e tanti preziosi consigli sulle riprese. Fotografammo la passione della settimana santa in Sicilia, 4 eventi tutti con la loro unicità, qualcosa di veramente trainante che se dovesse ripresentarsi come occasione non posso che consigliarlo.

Ma torniamo alla mostra: il primo regalo che Tony ci ha fatto è stata la lettura delle sue foto, cosa c’è dietro, come ha vissuto momenti di orrore, cosa ha scelto di mostrare, che taglio ha dato alle sue immagini. Un’ora di appassionante racconto triste e bello.

Poi un secondo regalo, un regalone!

Domenica mattina eravamo in sede con Tony, che ci ha fatto una introduzione a come funziona la foto di copertina dei quotidiani, come viene commissionata, come viene scelta ed impaginata, e ci ha proposto il gioco di scattarne una noi, lì in giro, subito, in un’ora di tempo, tornando in sede con una scelta ridotta a 3 immagini, che devono essere suggestive nel raccontare, su cui sia possibile scegliere formato e taglio, e inserirle in una ipotetica prima pagina di un giornale.

Così sguinzagliati ci siamo sparsi sul lido di Pegli a immortalare bagnanti, tornando in tempo per scaricare le foto e andare a rifocillarci 

Dopo pranzo nasce la  piccola magia di Tony, con la scelta della foto di ognuno, il suo riadattamento allo spazio in copertina et voilà, il giornale è pronto per la stampa con la nostra foto.

Il tutto in un’atmosfera rilassata e cordiale, tra amici, e Tony è un amico, non solo del 36º, ma di tanti di noi, col piacere di trovarci e ritrovarci, di scambiare novità, di stare insieme, di discutere e di approfondire, senza mai essersi posto su un piedistallo, ma sempre rimanendo uno di noi.

E dunque, per suggellare il legame tra il 36ª e Tony, visto che è uno di noi, lo sarà sempre, essendo stato nominato Socio Onorario.

Ringraziamo di cuore Tony, per aver condiviso con noi le sue intense immagini, per averci regalato un po’ del suo tempo, per la sua disponibilità e simpatia, e per un’umanità non comune, anzi direi ben rara.

Un arrivederci