Il tema in questione dell’ultimo venerdì era “paesaggio contaminato”, e come sempre le foto vengono analizzate a partire dalla congruenza col tema.
Come si intende normalmente l’aggettivo “contaminato”?
Riguardo al paesaggio la maggioranza intende la contaminazione come contrario della incontaminazione, quindi visto il particolare momento sia sul versante ecologista che pandemico: un luogo naturalistico che abbia perso le sue caratteristiche native ad opera dell’uomo, prende di conseguenza lo status di contaminato.
Ma guardando alcune foto abbiamo trovato altre accezioni, come ad esempio un sito che abbia un suo equilibrio, una sua estetica (vedi un borgo con le sue casette architettonicamente congruenti), modificato da inserimenti che lo alterino.
Infine, pur senza esempi di foto, abbiamo considerato la possibilità del concetto di contaminazione riferito a inserimenti nel paesaggio, che sia urbano, architettonico o naturalistico, che si, lo modifichi, ma migliorandolo. Pensate ad esempio a strutture moderne inserite in elementi di altre epoche, mi viene in mente il Louvre.
Ma veniamo velocemente alle foto
Matteo ci ha proposto passaggi montani, dove la mano dell’uomo a costruito case, collocato allevamenti, ha creato turismo di massa; concetti interessanti ma a volte non immediatamente percepibili, in tal senso abbiamo sviscerato anche l’utilizzo del simbolismo e della composizione come supporto alla comunicazione.
Furio ha portato diverse proposte in ambito genovese di costruzioni disordinate, e purtroppo abbiamo molti esempi, alcune foto molto buone..
Max si è dedicato alla difficile integrazione tra siti industriali e il territorio, molto interessanti alcune ciminiere simili ma in posti molto distanti uno dall’altro, ma sempre inserite nel tessuto urbano.
Io ho interpretato il tema portando alcuni scatti dell’ultimo viaggio in Sicilia, su spiagge disturbate o da abitudini di comodo, come l’auto parcheggiata vicino alla spiaggia, o costruzioni, o ancora rifiuti magari tecnologici come monitor abbandonati.
Antonella ha proposto 4 scatti sulla nostra zona di ponente, dove senza difficoltà troviamo strutture portuali diventate parte del consueto panorama, contaminate da una presenza umana che vive i luoghi come balneazione, bel contrasto.
DVD oramai ha il suo gioco prediletto, il drone, che sorvola tetti, spiagge, campi da tennis, passaggi autostradali, attenti alle vostre teste…
Ci troviamo ormai in una dimensione nuova della visione, e le considerazioni sul territorio acquisiscono nuovi elementi, nuove prospettive, e DVD che adora le geometrie ci offre sempre sorprese da rimanere a bocca aperta.
Infine Emilio non può che sconvolgerci con le sue reiterazioni iconiche, utilizza pochi elementi e con il noto programma di elaborazione crea nuove visioni oniriche. Ritroviamo luoghi noti reinterpretati con “contaminazioni” provenienti da altre foto, in montaggi dove oramai ci divertiamo a cercare le finezze, come ad esempio la sua firma su un cartellone pubblicitario.
È stata una serata interessante, l’argomento non era banale ma le proposte sono state vari e stimolanti.
Oramai non possiamo rinunciare al nostro dibattito sui significati, una bella palestra.
Spero che come me anche chi era, sia in presenza che on line, senta il 36° come la sua casa del pensiero fotografico.