Queste le 3 cartelle di foto che Vincenzo ha portato al circolo l’altra sera, a dimostrare quanto per lui, e speriamo non solo per lui, sia stato importante un corso che lo abbia guidato nella lettura dell’immagine, e quindi in un diverso approccio allo scatto.
Il coraggio che lo ha portato a offrirsi per la serata lo stava quasi abbandonando prima di iniziare la serata, ma le sue considerazioni le abbiamo trovate estremamente sagge: portare le proprie foto per avere le indicazioni sulla strada da seguire, in ambito ovviamente della sua produzione fotografica.
Ecco dunque che è riuscito a ribaltare il problema perché è compito della platea dare in messaggio giusto, con le famose critiche costruttive che tutti disperatamente vogliamo.
La prima serie è frutto di un bel viaggio in india, 15 giorni, e già si vede una discreta serie di foto. Sono mediamente buone immagini, qualche volta più che buone, ma con quel quid di foto di turismo, di buon livello intendiamoci.
La seconda cartella ci mostra le foto scattate durante il periodo del corso, e a parte l’uso del bn, ben contrastato, si comincia a notare una maggior cura della composizione, con preferenze per inquadrature divise in 2 parti o i riflessi, spesso molto interessanti.
Anche l’uso della quinta diventa una scelta sentita da Vincenzo: quasi stupefacente il grande passo avanti compiuto.
Passiamo alla terza cartella, il dopo.
Certo mi ha un pò spiazzato, il contrasto è diventato ancora più intenso e molto importanti i contrasti dei simboli dentro molte immagini, con scelte a volte ardite, ma denotano un occhio sempre più attento che sta cercando la sua strada nella comunicazione per immagini. Con queste ultime foto vedo l’inizio molto interessante di una evoluzione, probabilmente con un linguaggio più moderno, con tanta sperimentazione. Per me questi sono fatti molto positivi, d’altro canto Vincenzo non ha iniziato da poco, sa anche maneggiare le vecchie pellicole, quindi da qui si capisce da quante decine d’anni lui abbia a che fare con la fotografia.
Ma fondamentale è avere la capacità di cambiare, una delle cose più difficili da attuarsi, che ho visto ben poche volte.
Ma non era finita la serata: ci aspettava la sua ultima produzione, un lavoro svolto semplicemente salendo sull’1 al capolinea a voltri, e rimanendo in vettura fino a caricamento, e fotografando volti, situazioni, personaggi, dettagli con immagini fresche e per me diverse volte accattivanti, il tutto sincronizzato con una musica pressante, che tiene un ritmo veloce nel susseguirsi delle immagini, con passaggio secco da una foto all’altra senza dissolvenza, insomma un’ottima opera prima, che peraltro avevo già apprezzato durante il WS della Bulaj, in quanto queste immagini sono state oggetto di studio per un portfolio.
Quindi un’ottima serata.
Altro motivo di piacere aver visto questo venerdì diversi soci provenienti dall’appena terminato corso. Posso dire con grande soddisfazione per il 36 che questo corso ha avuto un ottimo svolgimento, l’ho seguito da vicino essendo dentro il gruppo WhatsApp ed essendo testimone di tutte le comunicazioni, oltre che aver presenziato a diverse serate. Da una parte un corso del 36 può essere condotto da diversi di noi dando direi ottimi risultati, con una importante costante, quella di trasmettere sempre la nostra passione per la fotografia e per il legame che si viene a creare tra chi vive questa esperienza, che diventa sempre qualcosa di più di una serie di acquisizioni di nozioni.
In più non vorrei far passare sotto tono il valore che ha avuto Raffaele nel dare alcune innovazioni ad alcune lezioni del corso, alle quali ho assistito in veste di osservatore; il corso si rinnova ogni volta, tenendo le esperienze positive del passato e cercando gli ambiti di miglioramento. In questo caso l’afflusso di energie nuove ha dato stimoli per trovare nuove formule, cosa non facile dopo oltre 15 anni di esperienza, quindi lasciatemi essere fiero di un fratello che ha dato il massimo sia per il 36, che per un bel gruppo di persone, ricco di umanità, che ha ricambiato questo impegno con grande simpatia e affetto: un’esperienza di vita.
E ovviamente, come sempre a fine corso, un grazie a tutta la squadra del 36 che si è impegnata a dare un supporto sia culturale che logistico, doppio ringraziamento perché questo è stato un corso extra.
Prossimo venerdì sarà una sfida: proiezioni da 1 minuto, condensare tutto in al massimo 60 secondi.
Non c’è limite di argomenti o numero di immagini, unico limite il tempo.
Al termine avremo un piccolo festeggiamento per il 1° premio (insieme ad altri) ottenuto ad un concorso internazionale per Audiovisivi Fotografici nientepopodimeno che in Australia, e gli autori, Marco C e S. vogliono condividere la loro soddisfazione con il 36! non mancate.