Prima serata 2024, libera, con sala piena e neppure una sedia libera, e cartella del computer zeppa di foto.
Avevamo anche il raw di Vittorio condiviso con diverse interpretazioni.
Partiamo da questo: Vittorio ha condiviso un ritratto di una bella ragazza con alcuni problemi di luce e la necessità di migliorare la pelle. Intervenire in post apre due strade, che magari vanno percorse entrambe: correttiva ed interpretativa.
In questo caso la correzione era auspicabile sia sulla granulosità della pelle, che nella correzione di un riflesso ai lati del naso.
Invece sul possibile intervento interpretativo si potrebbe decidere di croppare, di modificare l’esposizione, di intervenire localmente schiarendo e scurendo aree del viso, dello sfondo o dei capelli, degli occhi, o ancora lavorando sulla saturazione, su colori o con la conversione in bn, con tutte le conseguenze del caso.
Vittorio ha proposto volutamente una foto con necessità di correzione proprio per migliorare solo il difetto della luce e della pelle, ma nessuno direi ha lavorato in tal senso, o comunque senza ottenere risultati risolutivi. Viceversa è proprio sull’interpretazione dove abbiamo avuto la principale risposta, bianconero, crop, toni chiari o scuri di metà volto per simulare una direzione diversa della luce.
Risultato? L’elaborazione di Vittorio esclusivamente correttiva ha creato un viso un po’ irreale, pur correggendo il riflesso vicino al naso.
Mentre le altre interpretazioni hanno lasciato immodificato un problema che rende la foto sostanzialmente inutilizzabile.
Abbiamo dunque proseguito con vari gruppi di foto, da Giovanna, da Dvd, da Norby, Furio, anche da Stefano che purtroppo, e mi scuso, non è stato visto a causa della confusione delle tante cartelle della serata, ed infine la 5ª puntata della serie “pausa pranzo in bacino”, autore Emilio, sempre ottimo.
Mi vorrei soffermare solo sulle 6 foto di Antonella, una piccola serie di spunti da un viaggio in Puglia.
Il protagonista è il bianco dei muri, l’occhio si è posato su dettagli, giochi geometrici, sensazioni ed atmosfere.
Se vogliamo inquadrare un po’ il genere, direi che il minimalismo accompagna l’osservatore con garbata leggerezza su accostamenti, con l’eleganza del dire sottovoce, suggerire, mantenendo un rigore formale.
L’equilibrio di quanto ho descritto non è per nulla scontato.
La prima foto già introduce, la scalinata crea un pattern di righe orizzontali, la luce è morbida, da sinistra un albero, con il grafismo dei rami spogli, entra parzialmente nell’inquadratura, non c’è altro.
Le tonalità sono morbide, la foto è quasi monocromatica, si percepisce il silenzio per la pacatezza della composizione, noi sappiamo che è una scala, ma non ne vediamo né la base né la cima, ma solo alcuni gradini. Parliamo di architettura, ma qui non si descrive una costruzione, si suggerisce, si lavora di fantasia immaginando l’intorno, sappiamo esserci un paese, mediterraneo, abbagliato dal sole del sud, in un’aura sospesa. E chi ha scattato cammina a passi lenti per le stradine, facendosi entrare le sensazioni di odori, di suoni, e poi la visione di una inquadratura, far passare nel riquadro solo quel che spiega, quello che ricorda..
E difatti le foto successive spiegano, amplificano questo istante, anzi lo coronano: basta una piccola finestra chiusa da una persiana verde, e sopra, il cielo delicatamente azzurro, e simmetricamente come prima entrava da sinistra qualche ramo dell’albero spoglio, ora da destra si sospende una tenda bianca, sollevata dal vento leggero, un delicato e semplice drappeggio, e ci basta per immaginare una brezza calda di mezzogiorno, nel silenzio del borgo. Nessuna descrizione del luogo, degli abitanti, nessun panorama, non sappiamo che paese sia, ma ne sentiamo ben di più il valore.
Tutto giocato su poche linee, giustapposizione di alcuni muri sempre luminosamente bianchi.
Minimalismo o dono della sintesi, in ogni caso sono grato a chi ha la capacità di evocare, perché vengo trasportato in un’altra dimensione, e non sono stato il solo. Brava Antonella.