Lo immaginavo, che sarebbe stata una serata ricca di immagini, era tanto che non c’era un tema dedicato in qualche modo al ritratto, che comunque è una delle fonti maggiori di ispirazione per quasi ogni fotografo.
Dopo una visione di insieme, passata in religioso silenzio, ogni autore ha commentato le proprie foto, ed ogni partecipante in qualche modo ha offerto la sua visione sull’infinito spazio del volto umano.
Aldo ovviamente ha mostrato le foto dei suoi viaggi, con la sua delicatezza abbiamo visto ritratti colti nella spontaneità, mai chiamati a posare. Non solo una lezione di fotografia, anche di vita, di come approcciarsi alla ripresa. Per me la massima ammirazione per Aldo viaggiatore ecologico.
Danilo, anche lui grande viaggiatore e osservatore, ci ha portato foto etniche e foto delle sue donne.
Subito abbiamo visto la differenza di occhio, non in senso qualitativo, ma nel suo caso il volto diventa ritratto, meno reportage, donne che prestano il loro volto ad un leggiadro viaggiatore, che sono sicuro ha sempre il sorriso mentre scatta.
DVD ha affrontato il tema con la sua personale modella, la nostra amica Giorgia, che specie in un trittico è diventata un personaggio intrigante nelle apparentemente fredde geometrie dechirichiane del Nostro Davide.
Per Emanuele, 5 volti, 5 donne che guardano un giovane fotografo, con la benevolenza che si può leggere nei loro occhi, e Manu coglie l’immagine…
Per Fabrizio ritratti in sala posa, dall’attrice alla modella, dalla bimba alla grande Letizia Battaglia (lei no, in sala posa no)
La sola foto di Letizia avrebbe giustificato ampiamente la serata, un ritratto di forza, una donna che mostra nelle rughe, nell’espressione decisa di chi ha vissuto intensamente, tutta la sua umanità, il suo credo. Bravissimo Fabry che ci ha offerto questo ritratto.
Furio coglie, punta e scatta, qualche volta nella sua rete fotografica rimangono attaccati dettagli che distraggono, ma qualche volta, come nel caso della donna anziana che osserva il nulla del Lockdown dalla finestra con aria smarrita, ci offre un’immagine pulita e ben costruita.
Giorgia mostra solo 3 immagini, ma un volto in ombra di una ragazzina, un pò triste in una cattedrale durante una visita turistica forse ci apre uno spaccato di vita. Una foto non banale.
Giuseppe ha strappato qualche applauso per diverse foto, dal ritratto fashion di belle ragazze, al volto della donna che lavora le cipolle, che detta così sembra una baggianata, ma a chi era presente alla serata sa che parlo di 2 occhi che hanno bucato il nostro schermo: un’immagine che da sola racconta una vita, una vita probabilmente dedicata ad un lavoro duro, ma vissuta con fierezza.
E anche su altre immagini come l’attrice colta durante il trucco se ne potrebbe parlare lungamente. Il nostro Beppe scatta di cuore, ed è premiato da un carnet di immagini intense.
Lucia ama, la fotografia, la vita, la musica, e quando le riesce ci allieta con immagini fresche, poche ma delicate.
Max ne ha per ogni: dallo scatto a Giovanna, a quelli presi a Francesca sua sorella in vari momenti della sua vita; dalla maternità al volto dove solo uno sguardo fa vivere.
Come sempre mostra la sua passione per la fotografia e per il suo personale approccio umano.
Pier ci ha portato ben 24 immagini, tutte diverse, in stile di ripresa o di elaborazione, con ogni luce: con le sue foto il volto femminile dalla A alla Z
Mrxas minimalista, solo 3 foto, riprese di volti durante viaggi, volti scuri, in penombra: direi la consapevolezza che ogni fotografo cerca un po’ di se stesso ovunque nel mondo.
Stopaz: mi commenterò solo una foto, una inedita anche per me, ritagliata da un provino a contatto di fine anni’70, recuperata solo recentemente.
Un lontano ricordo di quando nei pomeriggi di festa si organizzavano in casa giochi di carte. Io ero ragazzino e con la mia macchina fotografica potevo osservare questi adulti giocare seriamente, nel senso che nulla poteva distrarli, accompagnati dalla sigaretta, dal bicchiere di whisky, intenti a fissare la posta in gioco e le carte. Vi confesso, continuo ad amare la fotografia, ma non amo il gioco a carte.
Drago ha condiviso 2 generi di ritratti, quello in sala posa, con grande cura delle luci e del taglio, ed apprezzabili elaborazioni, e quello durante i reportage, dove il suo ritratto diventa storia, che sia la storia personale di chi ha ripreso, o che sia la storia dell’evento in cui la persona è calata.
La serata credo si capisca che è stata molto interessante, la qualità è sempre stata alta, ma il bello è di quanto ognuno ha mostrato una parte di sé con le sue foto; a distanza di quasi 30 anni di circolo per quanto mi riguarda questo è ancora fonte di stupore.