Calendario su Genova: diamine, siamo o non siamo fotografi in Genova? quindi che bisogno c’è di farci dire cosa portare della città dove viviamo e si presume che fotografiamo con assiduità?
quindi ecco la marea di immagini viste nella serata della scelta delle 12, in realtà 13 immagini per il calendario 2020.
Dopo poche immagini si comincia a comprendere che
-molti luoghi si ripetono
-molte sono le atmosfere simili, tipo luce del tramonto
-non mancano street
-non mancano tecniche come infrarosso
-colore e bianconero a volte come doppia postproduzione su una stessa immagine
e dopo un’analisi attenta si scelgono circa una quarantina di foto in prima selezione
Nel calendario si devono fare scelte diverse da quelle di un portfolio, l’immagine ci accompagna per un mese intero, non ci deve infastidire, deve essere piacevole quando cambia il mese, e ogni volta che la vedi ti fa fare un istante di viaggio dentro sé stessa.
Non puoi proporre ad esempio un uomo che passa per la strada, magari intento a fare qualcosa, non puoi fare a meno di essergli vicino e chiederti cosa sta per fare, poi comincerai a immaginare come si sarà svegliato quel giorno dello scatto, quindi comincerai a chiederti con un senso di ansia come sarà finita quella giornata, e se avrà litigato con la moglie, o se il cane gli avrà mangiato i piedi del divano, e alla fine potresti anche litigare con lui e girare il calendario.
Meglio un paesaggio, molto più rassicurante.
eppure alla fine della scelta arrivando alle ultime 20 ecco scoprire con disdoro che non sono rappresentate Boccadasse, o piazza de Ferrari, o altri luoghi senza i quali non puoi dire che il calendario è su Genova.
Strano, 247 erano ancora poche