E’ una bellissima risorsa avere alcuni di noi che ci illustrano la vita e le opere di Fotografi famosi, e che arricchisce le nostre attività sul già ricco versante culturale.
Ma credo sia parere di tutti che da noi la cultura non annoia mai, anzi.
Metto ormai regolarmente qualche serata dedicata ad autori noti, e sono ormai in diversi che hanno preso l’iniziativa di portare al circolo un autore (o autrice, o autora???) non necessariamente così noto al grande pubblico.
E la scelta di Max e Giovanna è andata ad un ritrattista di grande levatura, e che se anche come nome non è necessariamente il primo a comparire nella storia della fotografia, alcune sue immagini sono diventate icone: Arnold Newman
Ad esempio, il suo ritratto di Stravinsky, essenziale e minimalista, se ricordo bene lo apprezzai per la prima volta sul manuale di fotografia che fu la mia prima bibbia, quello di Feininger, che cominciava a spiegare composizione e uso del linguaggio fotografico su questa immagine.
Max e Giò si sono divisi il lavoro , con duplicazione delle immagini da parte di Max, mentre la biografia e il commento alle immagini è stato svolto da Giò, che peraltro si è preparata una meravigliose brochure, e che lavoro!
Anche se Giò ha seguito il testo, devo complimentarmi con lei per come lo ha esposto, con una estrema naturalezza, alternando commenti ed immagini, peraltro focalizzando sia sul pensiero di Newman, che su tecniche di ripresa, sempre diverse a seconda del sentire il rapporto tra lui e le persone ritratte: ascoltarla è stato come sentire un bel brano musicale.
Le immagini invece le abbiamo viste in una slide preparata da Max con l’azzeccato sfondo musicale di Petruška, balletto di Igor Strawinski, una novantina di ritratti di personaggi famosi allora o anche oggi.
Ovviamente non riporto qui altro che un commento alla serata, veramente riuscita, ma dopo le immagini e la rianalisi delle peculiarità espressive di Arnold, ho pensato al suo parallelo, Irving Penn, anche lui grande ritrattista ma che ha sfruttato in maniera diametralmente opposta lo spazio e le luci intorno ai suoi soggetti:
Arnold ha quasi sempre usato l’ambiente del soggetto ritratto, mentre Irving ha quasi sempre portato i suoi modelli in studio, con fondale, che fossero anche per lui personalità pubbliche o addirittura uomini comuni, o meglio uomini di altre etnie.
Chi vuole analizzi le tipologie di immagini, su google trova tutto.
Ancora un ringraziamento per Giovanna e Max, con un’ultima annotazione, chi porta una sua ricerca su un fotografo al 36, in qualche maniera anche se già lo amava, con questo impegno se ne appropria, diventa un pò suo, e ha sempre il piacere di farci partecipi.
Per fortuna…