La serata dedicata all’autore interno ci ha portato ad un progetto nato dalla collaborazione tra MrXas (Marco) e La Gata, socio storico il primo, recente acquisizione la seconda. La presentazione è stata articolata su nove audiovisivi, otto lavori individuali con supervisioni incrociate, più un lavoro totalmente in comune. Tanto materiale da vedere quindi, intervallato da brevi introduzioni dei due autori.
Bene fin qui la cronaca, ma vi confesso che mi dispiace per chi non c’era…
Circa tre quarti d’ora in un crescendo di intensità ed emozione.
Un vero e proprio viaggio dentro l’immaginario, le paure, l’intimo dei nostri due amici.
Eh si, sono usciti allo scoperto e con la fotografia non puoi barare, c’è tutto te stesso in quello che porti al 36°.
L’uomo in nero, l’uomo maledetto…
Mai come questa volta, Marco ha portato uno stile così personale, declinato con forza verso la rottura degli stilemi classici della fotografia, l’uso del micromosso, dello sfuocato, dei bianchi bruciati, della solarizzazione denotano una rottura, una voglia di ricerca che rende stimolante vedere i suoi lavori. Questi risultati si ottengono con la piena padronanza tecnica unitamente all’istintività dello scatto che portano a questo rapporto così ambivalente di odio e amore verso questa forma di arte.
La Gata e la gatta
Donna dai modi gentili e dal sorriso dolce, ma non fatevi ingannare dietro questa apparenza c’è molto di più. Puntigliosità, precisione, previsualizzazione, ironia, dolore, incanto, paura.
La gata con le sue foto e la sua creatività ci porta in questo suo mondo incantato dove l’attimo si ferma e ci chiede una attenta osservazione della scena. Costruzioni dove nulla è lasciato al caso e la ricchezza di particolari e simboli ci obbliga ad una continua rilettura dell’immagine, fermando così quell’istante e trasformandolo in un continuo ipnotico. La gatta assolve al doppio ruolo di presenza magica ma anche rassicurante simbolo casalingo, Le maschere di animali e peluche diventano davanti al suo obbiettivo adesso presenze demoniache, adesso innocui ricordi infantili.
La fusione
Il progetto svolto in collaborazione attinge da entrambi e ne accresce il valore, l’audiovisivo che ne scaturisce, Rupture, ne è la prova.
Difficile poterlo considerare solo un progetto fotografico, quando in esso confluiscono più contributi. Dall’ottima scelta musicale, il montaggio, la regia. Il risultato è potente, inquietante, il messaggio ti arriva diretto come un pugno nello stomaco, senza parole e senza perché.